Avvio Progetto - A PIU' VOCI: una rete per la prevenzione

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A più voci per il disagio minorile


"A PIÚ VOCI: UNA RETE PER LA PREVENZIONE" è un progetto ambizioso, volto alla promozione della legalità minorile - attraverso una serie di laboratori di prevenzione e recupero - che si avvale dei fondi del Protocollo d'intesa siglato tra le Fondazioni Bancarie e il Volontariato.



Non era mai accaduto prima, infatti, che le realtà associative di diverse province (associazioni "Usabile
", "Altro Aiuto", "Acquamarina", "Tribunale per la Difesa dei Diritti dei Minori", "Terra di Confine", Volontariato Calabriano "Francesco Perez" per la provincia di Catanzaro; "Misericordia"di Isola Capo Rizzuto e le associazioni "Stefania Pennestrì" e "Opera Nomadi" di Reggio Calabria), l'Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro, il "Centro di Giustizia Minorile della Calabria e della Basilicata", e le amministrazioni comunali di Catanzaro e Lamezia Terme si ritrovassero coinvolti in una sperimentazione unica e al tempo stesso assai preziosa, che ha ad oggetto il disagio minorile.

Ma per riuscire a individuare obiettivi comuni e ad adoperarsi per realizzarli, bisogna pur "volare alto": non è un caso, del resto, che l'associazione promotrice e capofila "Usabile", dopo essersi aggiudicata il finanziamento del progetto con la partecipazione al "Bando Perequazione per la progettazione sociale della Regione Calabria" - avvalendosi della consulenza e dell'accompagnamento progettuale del Centro Servizi al Volontariato della provincia di Catanzaro - abbia deciso, di concerto con gli altri organismi coinvolti (8 organizzazioni di volontariato operanti su tre province, una onlus e 4 soggetti pubblici), di avviare il progetto in maniera inusuale. Ha infatti preferito rimandare la più ovvia e consueta presentazione pubblica e dare invece inizio ai lavori, con un'attività di coinvolgimento alla quale hanno partecipato anche i "Centri di Prima Accoglienza" e gli "Uffici dei Servizi Sociali per i Minorenni" del Ministero di Grazia e Giustizia, proprio presso il Centro di Giustizia Minorile di Catanzaro, che - come hanno confermato Francesca Cappuccio
, responsabile del Servizio Tecnico, e la referente Gioconda Caccia - è stato scelto come luogo atto ad ospitare anche gli eventi futuri.

Per la giornata formativa "Usabile" si è avvalsa delle competenze di operatori esterni già individuati in fase progettuale, quali il sociologo Franco Caccia
e Marco Mietto, esperto di politiche giovanili a livello nazionale nonché direttore della rete "Iter". Il presidente del CSV di Catanzaro, Caterina Salerno, intervenendo all'apertura dei lavori, ha voluto insistere sull'importanza di una rete "sostanziale" tra le parti sociali che intenda raggiungere risultati concreti.

L'idea progettuale - che fa seguito all'impegno siglato tre anni fa dal Centro Servizi al Volontariato e dal Centro di Giustizia Minorile (di cui è direttore Angelo Meli)
in un protocollo d'intesa per la formazione di "esperti" di problematiche giovanili, come ha tenuto a ricordare Franco Caccia - si affida, comunque, al senso di responsabilità che contraddistingue il volontariato ("che dovrebbe essere l'anima critica della società", ha ribadito la Salerno) e a cui il volontariato stesso è abituato a non sottrarsi mai, ha proseguito di rimando e molto sinteticamente Carlo Crucitti, presidente di "Usabile". Dal canto suo, Mietto ha portato avanti la sua testimonianza in qualità di promotore di una rete che è cresciuta negli anni perché divenuta "luogo in cui far passare scelte operative": "Attraverso la rete si prendono delle decisioni, e si diventa interlocutori privilegiati delle istituzioni - ha spiegato Mietto - Siamo riusciti a far questo sia nel comune di Napoli che in Bosnia, ed auspico che anche voi possiate diventare dei "decisori" e avviarvi verso un processo di convivenza concreto".



A un "prodotto" concreto si addiviene, però, con la programmazione
dei laboratori di breve periodo, che fa seguito all'individuazione del "problema" da risolvere: e a tal proposito, i presenti sono stati invitati a dire la loro riguardo all'esperienza maturata, restringendo il "campo" a tre questioni dalla cui risoluzione dipende il piano di intervento. La debolezza delle politiche della famiglia, lo scarto tra la pressione dei bisogni e il sistema delle risposte e, soprattutto, la bassa integrazione dei servizi che ostacola la presa in carico totale dei bisogni del minore, sono stati, dunque, individuati come le problematiche più rilevanti perché comprendenti tutte le altre. Il passaggio, poi, alla "decisione" finale è consequenziale: certo, la discussione si è protratta per diverse ore nel corso del primo incontro, ma Mietto non ha fatto mistero delle difficoltà che il progetto, anche per la diversità delle parti coinvolte, avrebbe comportato. Il "problema", intanto, è stato identificato ed il formatore avrà modo di incontrare nuovamente gli esperti ed i volontari durante la fase di avvio del progetto stesso.

Ufficio stampa CSV Catanzaro

 
 
 
02/05/2014 ore
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